mercoledì 12 agosto 2009

Et voilà il mio primo gadget. Ultimi posts!

Il post originale è stato pubblicato sul mio blog dedicato allo sviluppo e alla programmazione, Develop Little Things

martedì 11 agosto 2009

Fender® Toronado 98-03

Il modello primigenio della Fender Toronado (il cui esemplare raffigurato nella foto, è stato da me acquistato nel 2002, se non ricordo male) è stato prodotto dal 1998 fino al 2003. Non parlerò dei modelli delle successive produzioni, 2004 e 2006, giacchè non ne ho mai provato alcun esemplare.
Tastiera: 24 3/4"
Pick-ups: fender atomic humbuckers
Corpo in pioppo, manico in acero e tastiera in palissandro
Produzione: Messico
Serie: Mexican Deluxe Serie
Diciamo che si tratta di una Fender del tutto particolare, dal momento che la popolare casa americana ci ha abituato ad altri consueti standard: manico più lungo, prevalenza di pickup single coil, suoni cristallini. Al contrario i punti di forza di questa chitarra sono una discreta potenza garantita dagli humbuckers, un suono molto più "sordo" ed adatto a ritmiche dall'overdrive in su, una netta smorzatura delle frequenze alte. Tutt'altro che versatile, le combinazioni di pickup sono nominalmente 3 (ponte, manico, entrambi) ma producono di fatto due timbriche tipiche: la posizione al ponte offre un meraviglioso suono caratterizzato dalle frequenze medio-alte molto potenti, le basse di supporto e le alte di fatto inesistenti; la posizione al manico (e la sua gemella con entrambi i pickup) offrono frequenze basse in grande quantità (una forte distorsione crunch e le ritmiche stoppate in queste configurazioni sono eccellenti), frequenze medie molto attenuate e una certa "punta" (maggiore nella configurazione al manico) ottima negli assoli puliti un po' blues-eggianti o jazzati.
Il timbro particolare, comunque, non rinuncia ad una certa "fenderità" (concetto difficile da spiegare, se non si sono ascoltate decine di chitarre della suddetta marca) esaltata enormemente (specialmente con suono nasale del pickup al ponte) se accoppiata al più fedele amico della Toronado: il clamoroso AD30 della Orange. La grande dinamica dell'Orange, inoltre, esalta la tendenza della Toronado a distorcere lievemente nel caso si suoni "calcando la mano" e si aumenta, con la pennata, la dinamica di esecuzione: la naturale distorsione della Toronado diventa lievemente crunch grazie alla naturale distorsione dell'AD30 a dinamiche spinte e il risultato è un vero piacere per le orecchie.
Infine l'estetica vintage (le forme sinuose stile jazzmaster o jaguar, il battipenna madreperla, i controlli di tono essenziali) e il grande impatto sonoro di questa chitarra la rendono veramente impagabile nelle prestazioni live (anche perchè la pulizia del suono non è certamente il suo punto di forza).

venerdì 7 agosto 2009

Liguria e cibo, la mia "Top 5": Bakari

Come premessa vorrei illustrare brevemente i criteri che ho seguito per redigere la mia personalissima classifica culinaria ligure. Si tratta in pratica dei cinque ristoranti dove non posso esimermi di recarmi almeno due volte all'anno e questo... è pressoché l'unico criterio: mangio bene, come non mangio altrove. Non dipende dal prezzo, nè dal blasone, nè da altro che non sia l'ottima (e dico ottima!) qualità della cucina. Chiedo scusa agli esclusi eccellenti e procedo con la classifica.

3) Bakari
Vico del fieno, 18 - Genova

Io sono amante della cucina tradizionale regionale, come forse si è capito dai post precedenti. Bakari è tutto tranne che tradizionale e regionale: ma, per Dio!, qui si produce alta cucina. Davvero. Locale originalissimo in tutto: situato in una ex casa chiusa in vico del Fieno, carruggio genovese proprio sotto la principale Piazza De Ferrari e noto per essere il vicolo con più antiquari della città, entrando nel locale si rimane subito colpiti dall'arredamento assai sofisticato (vagamente art decò, sembra arredato da Gaudì).
In un'atmosfera soffusa e riscaldata spesso dalle note di un jazz di sottofondo si è pronti per rimanere attoniti di fronte al menu: svettano nomi quali 'Topini di Cenerentola' o 'Struzzo in Lunigiana' o 'la rivincita di Willy il coyote'. Le ricette, infatti, sono tutte creazioni originali del Deus Ex Machina del locale: il titolare e chef invita, in una nota del menu, ad "astenersi dal richiedere modifiche ai piatti perchè l'amore con cui sono stati creati [...]" non ricordo esattamente il finale ma avrete capito il tono della nota. Per dire: una volta ho incautamente ordinato un dolce ("Così fan tutte", uno sformatino al cioccolato con crema calda di cacao amaro) e per accompagnarlo ho incautamente ordinato del barolo chinato. Mi serviva Lui: mi ha bonariamente insultato (ma non così bonariamente) e mi ha portato un'altro vino liquoroso secondo lui più adatto. Impagabile. Piatti da urlo: La Toscanella (filetto di manzo ai ferri con cremina di olio, limone e pinoli), I taglierini alla norcina (pasta fresca all'aglio, olio, peperoncini e tartufo) il geniale Purè al limone e la stratosferica Millefoglie con cremina calda. Fantastico il "Caffè mio".

Sono tanti anni che lo frequento e il menù presenta di tanto in tanto qualche piccola variazione, ma è tendenzialmente ancorato su alcuni piatti irrinunciabili (quelli citati per esempio): sto cercando di provare tutto, nelle mie frequentazioni, perchè non ho ancora trovato un piatto che non fosse nella peggiore delle ipotesi eccellente e nella migliore divino. Grande scelta di vini (alcuni, per altro, veramente splendidi) e strana e simpatica cortesia: una certa ironia in un atteggiamento molto sofisticato ed elegante.

Per quanto riguarda la mia top5: sono stato un discreto numero di ore a cercare di capire se il terzo posto gli stesse stretto e non meritasse almeno la piazza d'onore (dietro sua Maestà Bruxaboschi) oppure se la medaglia di bronzo sia un giudizio equo. Direi che il ristorante che lo precede nella mia classifica definitiva, Ö Vittorio, lo fa in virtù di una più ampia scelta di menù e questo, se vogliamo, è l'unico piccolissimo limite del nostro Bakari.